24 luglio 2016

Back to the future!

De Lorean: un'auto, un mito . . .
 # 12: Partecipare a una festa in stile anni '80


Siamo nel cuore dei mitici anni '80: corre difatti l'anno 1985, l'anno in cui un giovane ragazzo di nome Marty viene catapultato dentro un'entusiasmante avventura che lascia letteralmente il segno nel tempo! Perché ad accompagnarlo nei suoi viaggi con la DeLorean c'è tutt'oggi un'intera generazione che ancora si emoziona nel vederlo sfrecciare con Doc a 88 miglia orarie fra flussi canalizzatori, 1,21 gigawatt, Converse, Johnny be good e Incanto sotto il mare . . . Il tutto al ritmo di Huey Lewis & The News con The power of love e Back in time . . . Sono piccole emozioni nel cuore quelle che ci fanno rivivere Ritorno al futuro come quando eravamo bambini. E così è nuovamente accaduto venerdì 22 luglio al Parco Tittoni di Desio, durante il Back in Time party . . .

Oh LàLà . . . !
È un vero salto nel tempo: tutto comincia all'ingresso, dove veniamo accolti da due differenti versioni di "Lorraine" che ci regalano una spilla a tema (la mia è nera e riporta la scritta 88 mph) e ci porgono: un foglio che ci invita a salvare la torre dell'orologio, un altro in stile fax, urlando: "Sei licenziato!", il mitico almanacco e . . . Oh LàLà. Partenza a bomba! Giunti poi all'interno del parco ci troviamo di fronte niente meno che alla DeLorean! Che dire, meravigliosa! Tanto quanto l'emozione di salirci a bordo! Chi sarà mai il fortunato possessore? mi domando, e mentre mi accomodo al posto di guida già mi immagino di  guidare con essa fra le vie di Voghera . . .
Dopo una birretta ghiacciata, finalmente, la serata entra nel vivo e una band perfettamente in stile anni '50 comincia a suonare. Ci piace! Sound ottimo, capaci e divertenti! Geniale accompagnare la band con vari spezzoni di film a introduzione di canzoni significative come Earth Angel.
A fine concerto un nuovo salto nel tempo: il deejay attacca con Michael Jackson e fra Beat it e altri indimenticabili e svariati successi, Bon Jovi, Cyndi Lauper . . . per una buona mezz'ora ci accompagna dell'ottima musica! Sul palco dei cosplayer che spaziano da McFly a Lorraine, da Biff e George, intrattengono la folla e il clima si sente: la voglia è quella di divertirsi nella semplicità di una trilogia che è storia di una generazione.

La festa nel vivo
Dopo l'ennesimo salto temporale a scavalcare il 2000 e un'altra birra, io e il mio compagno d'avventura decidiamo di fare ritorno verso casa. È stato davvero emozionante rivedere insieme a tutte quelle persone (adulti, ragazzi, bambini, intere famiglie) i più famosi spezzoni del film a cornice di un ottimo spettacolo, e confesso che in più di un occasione ho avuto i brividi dall'emozione. Se volevo partecipare a una festa in stile anni '80, beh . . . Più di così!
Un'esperienza da rivivere, sicuramente! E se non dovesse capitare occasione, ecco, magari un giorno salteremo a bordo di una DeLorean, e nel raggiungere 88 miglia orarie . . . chissà!

5 gennaio 2014

Il Panino Della

Il mio amico cavia prima del pasto
# 7: Inventare un panino personale

IL PANINO DELLA: ORIGINI E MITO


31 dicembre 2013. La sera di capodanno. Ore 20 e 30 circa. Mentre aspettiamo che il Pinno esca dal cinema, per passarlo a prendere e dirigerci presso un locale sul Ticino nel quale abbiamo deciso di passare il capodanno, io e Lollo (il compare nella foto a fianco) decidiamo di farci un bello spuntino con un Panino Della, dissetandoci con una birretta al whisky di sua fabbricazione. Pesante!
Ma . . . cos'è il Panino Della? Il Panino Della (e Della non è una preposizione articolata, ma il nome del panino) è un'invenzione un po' pesante risalente agli albori delle scuole medie. Il mito narra che un giorno, discutendo di cibo con un vecchio amico, decidemmo di inventare un panino tutto nostro, personale. E fu così che nacque il protagonista di questo post. Eh, lo so che non è questo gran mito, e insomma . . . Storia breve, certo, ma buona.

COME PREPARARE UN BUON PANINO DELLA

Prima cosa, gli ingredienti:

Mmh...


- Una bella ciabattina morbida fresca fresca.
- Una porzione di Philadelphia da 80g.
- Una scatoletta di tonno all'olio di oliva (di quelle piccole).
- Patatine classiche nel sacchetto.





- Dopo aver tagliato il pane a metà, spalmateci sopra per benino tutto il Philadelphia.

- Aprite il tonno e versate TUTTO l'olio (con grande felicità per il vostro stomaco e la vostra digestione) sul Philadelphia. Da una parte sola, mi raccomando, altrimenti è un disastro e lo sbrodolate dappertutto! Vi sembrerà pure un consiglio ovvio e scemo ma una volta io l'ho fatto . . .

- Ora, sempre da un solo lato, aggiungete il tonno che andrà bene aderendo al formaggio in modo che non sfuggano pezzi qua e là, cosa inutile perché ormai il povero tonno non può più nuotare e salvarsi la vita.

- Mancano solo le patatine, e per inserirne un bel po' dovrete spiaccicarle ben bene con l'altra metà del pane, altrimenti ce ne stanno poche. E noi questo NON lo vogliamo!

- Il tocco finale: il Panino Della non è un vero Panino Della se non viene accuratamente fasciato, come un bimbo fra le coperte, da un paio di fogli di scottex. Che fra le altre cose eviteranno di sporcarvi . . .

- Una bella birretta ci sta sempre bene, per accompagnare, e se siete astemi, mannaggia, peggio per voi . . . Vi tocca alcolizzarvi.


Infine se doveste avere problemi di digestione, ricordate: io non c'entro nulla! Prendetevela con i produttori del tonno e con il loro olio! Io non ne rispondo!

BUON APPETITO! : D

31 dicembre 2013

I miei auguri per un buon 2014

Quest'oggi anche l'anno 2013 volge al termine.
E io lo concludo così:


Invece di andare avanti io torno indietro, magari per prendere esempio, dove la musica era più calorosa e la vita, da quanto mi raccontano, si prendeva con più spensieratezza e felicità.

A tutti faccio i miei migliori auguri!

Credo che ognuno ne abbia un po' bisogno.

BUON ANNO! : )


15 dicembre 2013

Youtube: Chase H.Q. guitar solo



Nella mia vita da musicista, sia pre che post diploma in accademia non c'è stato molto spazio per le serate live. Posso contare sulle dita i concerti svolti con la mia vecchia band, i Rapina in punka. Pochissimi, è vero, ma sono stati comunque un'emozione, un mettersi alla prova e un divertimento non indifferente! Scrivevamo pezzi nostri e spaziavamo dal punk al funk, dall'hard rock fino al pop. I nostri testi parlavano di alieni, di amore, di temi sociali e, in una canzone dedicata a un amico, di magnacci . . . Eh va beh! Ebbene sì: ci divertivamo.

Che c'entra quest'immagine con la musica
e la mia chitarra? Mistero!

Non è certo mancata la scena quando io e il cantante ci buttavamo per terra e suonavamo così, fregandocene di tutto, o quando in un'intervista radio ho asserito di trovare ispirazione in Pupo e Cristina D'Avena . . . O ancora quando abbiamo suonato in discoteca e il nostro rock sfidava i ragazzini truzzi, oppure mentre a fine concerto entrava un nostro amico travestito da alieno (con un completo stile R.I.S.) e si scatenava al ritmo brandendo una spada giocattolo. Ma infine gli studi, gli impegni e diverse faccende ci hanno diviso. Un'altra band come i Rapina in punka non l'ho più avuta e, probabilmente, non l'avrò mai più. Sono quelle emozioni giovanili che trasmettono la scossa. Tuttora, invece, gli unici live che rimangono sono, di rado, quelli svolti in chiesa. Perché infine si cresce, si cambia atteggiamento e cambiano anche i gusti musicali. Se prima ascoltavo solo hard rock e chitarre virtuose ora preferisco le meravigliose note di un'arpa, magari, una bella voce, o ascoltare gli stupendi testi e le melanconiche musiche di Irving Berlin . . . Comunque qualcosa di più soft, qualcosa che fa ballare o qualcosa che mi fa commuovere, perché no?
Ma la passione per la mia chitarra c'è sempre, rimane dentro. È come una scintilla pronta a incendiarsi, indipendentemente dal genere.

E qui finalmente mi ricollego alla lista, precisamente alla voce numero 32: avere un canale su Youtube nel quale inserire tanti bei video con la mia chitarra. E mi collego pure alla foto, apparentemente fuori luogo, che ho inserito nel mezzo del post.
Istituito il mio canale, il primo video che ho voluto registrare è quello di un assolo che ho composto e che suonavo proprio con la vecchia band. L'ho rivisitato, modificato qua e là, e ho dovuto arrangiarlo su una base diversa da quella della canzone originale, ma comunque il risultato c'è!
Il titolo che ho scelto è lo stesso (non a caso) di un videogame risalente al 1991 per Sega Master System. Un gioco di inseguimenti in auto. All'età di 6 o 7 anni ce l'avevo, e ora cercando un titolo al mio assolo, così, mi è tornato alla mente, forse richiamato dagli armonici e dal ritmo sostenuto del brano . . . Non lo so, mi ricorda proprio le sonorità di quel gioco . . . Eh insomma, che cavolo, sarò pure libero di metterci il titolo che mi pare, o no?!

Comunque, il mio canale è inaugurato! : D Ci arrivate comodi cliccando su questo link:


Sono già in cantiere nuovi arpeggi, soli e canzoni, fra le quali alcuni possibili unplugged con una brava cantante . . . E sappiamo che il tocco di una bella voce femminile non guasta di sicuro!

Alla prossima! : D

7 dicembre 2013

Swing time (Follie d'inverno)

Uno scatto di Fred e Ginger
in una scena di Swing time (Follie d'inverno)
Fred e Ginger: questi due nomi bastano quasi a far sì che sul mio viso scappi una nostalgica lacrimuccia. Anche ora mentre scrivo e la calda voce di Frank Sinatra mi accompagna cantando "The way you look tonight". La mente vola subito nel mondo incantato della coppia artistica che sicuramente più di ogni altra mi ha emozionato e, tutt'oggi, continua a emozionarmi. Perciò una voce della mia lista, la numero 68, non poteva che essere dedicata a loro.

In particolare il titolo di questo post richiama alla memoria il primo film di Fred e Ginger che io vidi: si tratta di Swing time (meglio conosciuto in Italia come Follie d'inverno), un musical capolavoro del 1936, ricco di sentimento e di splendide musiche firmate da Jerome Kern e Dorothy Fields.

Eppure, anche se ne sto elogiando uno, premetto di nutrire un'avversione naturale per i musical . . . Sembrerà strano giacché è finora che ne parlo, ma vi dico l'ultimo che ho avuto il dispiacere di vedere è stato Mamma mia, il musical sugli ABBA, e sul serio posso dire: "Mamma mia, avrei lanciato volentieri il dvd dalla finestra!". Non ci posso fare nulla . . . Mi ha innervosito dall'inizio alla fine. Insomma, io i musical li odio!
Eppure, vai a capire il motivo, per i film di Fred e Ginger provo un amore innato. Un'emozione che nasce da dentro, dal cuore. Un sentimento difficile da descrivere: qualcosa molto simile a una triste nostalgia. Ma nostalgia di cosa? Se avessi almeno vissuto gli stessi tempi in cui la coppia danzava e si innamorava, quegli anni precedenti la guerra, ormai così lontani . . . Macché! Come si spiega, dunque? C'è un intimo fascino, presumibilmente. Per i modi, per gli sguardi e le movenze. Per quel darsi del "voi" tra fidanzati. Per quella semplicità nell'affrontare la vita con la stessa leggerezza ed eleganza dei protagonisti, mentre volteggiano mano nella mano. Per la classe di Fred e per la bellezza e meravigliosa sensualità di Ginger.
Guardo un loro film e mi innamoro; vengo rapito, da subito, in una dimensione che osservo con gli occhi melanconici e un po' meravigliati. Non posso spiegare meglio. Partono le musiche, i violini con l'orchestra e il cuore mi si scioglie.
Follie d'inverno mi fa sognare. Mi riscalda l'anima, anche se un po' me la rattrista. Mi dà il vivo esempio di qualcosa e di un tempo che non tornerà mai più.


3 dicembre 2013

Torta Kinder Fetta al latte : )

Ieri sera mi sono dato alla cucina. Ebbene dopo svariati giorni di magra e il costante vuoto che aleggiava nella dispensa e nel frigorifero (causa le scarsissime finanze), finalmente con l'arrivo del nuovo mese ho potuto festeggiare preparando, oltre a un po' di pane, approfittando di mezzo panetto di lievito di birra in prossimità della scadenza, un'invitante e sfiziosa torta. Con ciò voglio allacciarmi alla voce numero 54 della mia lista, ossia: collezionare su un quaderno tante buone ricette di cucina. Questa è la prima!

Siccome non sono un tipo egoista ho pensato bene di scrivervi la ricetta qui di seguito. Preparatela. Fidatevi! È semplice e soprattutto buonaaa! : D


Prima di tutto procuriamo gli ingredienti:

La torta disassemblata...
- 150 g di zucchero
- 150 g di farina
- 3 uova
- 1/2 bicchiere di olio di semi
- 1/2 bicchiere di latte
- 1 bustina di lievito in polvere
- 3 cucchiai di cacao amaro
- 200 g di crema alla nocciola
- 250 ml di panna fresca da montare




Dunque, passo passo, la preparazione:

- Come prima cosa unisci l'olio allo zucchero. Io uso olio di oliva al posto di quello di semi perché è un po' più saporito.

Ora aggiungi le uova, una alla volta, sia tuorlo che albume. Falle assorbire bene al composto mescolando ad ogni aggiunta.

- A questo punto unisci la farina, il latte, il cacao e per ultimo il lievito. Anche qui mescola sempre quando aggiungi un ingrediente.

- Versa l'impasto in una teglia imburrata e impangrattata (ma esiste 'sta parola?) di 22 centimetri circa di diametro.

- Inforna in un forno (e dove se no) preriscaldato a 170°.

- Lascia cuocere per 40 - 45 minuti circa . . .

Mmh... gnam...
- Sforna e lascia raffreddare la torta, dopodiché tagliala a metà e spalma la crema alla nocciola da entrambe le parti. Personalmente preferisco la crema dell'Esselunga rispetto alla Nutella perché è meno appiccicosa e il gusto è molto meno chimico . . . insomma almeno lei sa di nocciola!

- Infine dopo averla montata aggiungi la panna. Attenzione a non esagerare nel montarla o diventa burro! Distribuiscine un po' di più al centro rispetto ai lati: eviterai di spararla fuori una volta riposta la metà superiore della torta . . .

Mangiami!
Riunisci le due metà e ficca la torta in frigo così da far solidificare un po' la crema e ovviamente conservare la panna.

- Ecco! La pazienza premia! Ti auguro buon appetito : ) Sarà dolce e piacevole come . . . come una buona torta! : D

P.S. ovviamente sarà da mangiare nel giro di tre giorni, ma chissà perché qualcosa mi dice che un paio sono più che sufficienti : )


27 novembre 2013

Il semaforo

Il verde è il colore più bello...
Verde, giallo e rosso. Un post a puro titolo informativo nel quale è necessario dire che la lista delle 100 cose sarà dipinta sempre più, con il passare del tempo, da questi tre colori. Proprio gli stessi colori di un semaforo, segnale che generalmente non sopporto, ma che in questo caso indicherà in maniera piacevole il modo in cui il mio viaggio prosegue.
Ogni voce della lista sarà evidenziata di un colore piuttosto che un altro a seconda del risultato ottenuto. Ecco più in dettaglio il significato delle voci evidenziate:

Verde: successo! Sono riuscito finalmente a realizzare almeno questa fra le 100 cose.
Giallo: Ehi, calma, ci sto lavorando . . .
Rosso: Ahi ahi ahi! Qualcosa è andato storto e non ce l'ho fatta . . . dovrò ritentare.

Chiaro e semplice.

22 novembre 2013

#47 - Resident Evil

Wesker, Jill e Barry nell'immensa
e misteriosa hall della villa
Per gli appassionati di videogame l'immagine qui a fianco parla eloquente : basta un colpo d'occhio e chi nel lontano 1996 (sono già passati 17 anni, aiuto com'è possibile?!) possedeva una console grigia chiamata PlayStation, ricorderà immediatamente il primo capitolo di una fortunata serie (un po' meno fortunata per i protagonisti del gioco) chiamata Resident Evil.
Chi non ha assaggiato l'alone di mistero che aleggiava nella hall della mansione isolata in Raccoon Forest? Sottofondi sonori inquietanti e decisamente azzeccati ci accompagnavano nell'avventura, e ogni volta aprire una porta era un domandarsi con apprensione cosa accidenti vi avremmo trovato al di là . . . Ebbene il videogioco in questione non era proprio una passeggiata. Vari fattori rendevano ai due protagonisti (Jill Valentine e Chris Redfield) la vita assai difficile :
  1. l'impossibilità di salvare dove si voleva,
  2. le occasioni di salvataggio limitate al numero di preziosissimi nastri d'inchiostro da trovare e raccogliere nella villa,
  3. si aggiungeva lo scarso, anzi, scarsissimo numero di munizioni, e sopravvivere a volte diventata un continuo slalom fra zombie e altre creature molto poco simpatiche . . .
Ricordo benissimo quando all'incirca a metà gioco rimasi in uno stretto corridoio abitato da inquilini scortesi senza più una pallottola . . . il pugnale non mi aiutò granché e laggiù finii la mia avventura con Jill, l'affascinante poliziotta. Così non risolsi mai più il mistero che aleggiava in Resident Evil . . . Mannaggia!

Senonché a distanza di anni eccomi tornato alla ribalta! Ieri sera con l'ausilio di un semplice emulatore per pc sono rientrato in questa avventura, deciso a concluderla! Mi sono preparato per bene : chiuso in camera mia, solo, luci spente e cuffie nelle orecchie mi hanno isolato nella villa. Ammetto anche di essermi preso male due o tre volte, sebbene avessi ancora ricordi legati al gioco . . . La prima volta mentre due cani rabbiosi hanno sfasciato i vetri di alcune finestre, rincorrendomi con l'evidente intenzione di non voler giocare a palla. Un'altra quando in un microscopico corridoio sono rimasto senza via di fuga incastrato fra due zombie, e solo qualche colpo di pistola ben assestato mi ha levato dall'impaccio . . . Insomma che per tutta la durata della mia prima avventura serale con questo gioco non ho avuto il battito cardiaco proprio rilassato . . . 
Comunque sono deciso e spaccherò il fondoschiena a tutti gli zombie che intralceranno il mio cammino, risolvendo il mistero e rifacendomi della sconfitta subita anni fa!
Tremate!

17 novembre 2013

Il viaggio ha inizio!

Non c'è ritorno sul viaggio della tua vita
Decidere, in un giorno della propria vita, di incamminarsi per un lungo viaggio, potrebbe apparire banale nel contesto della società in cui viviamo, frenetica e in costante movimento.
Ma cos'è un viaggio? Salire a bordo di un treno, di un aereo o dell'auto con l'obiettivo di passare una bella vacanza di una, due settimane . . .  magari un mese? Fosse anche un anno sarebbe di certo stupendo, ma non è questo il senso che io intendo. Non solo, perlomeno.
Proseguendo nella mia riflessione, realmente ogni giorno nel momento in cui ci svegliamo dal sonno iniziamo un nuovo cammino. Ma proprio qui sopraggiungono due grandi però . . .  Il primo si chiama "abitudine", il secondo "pigrizia". Tralasciando gli obblighi evidenti della vita, sui quali non si discute, il nostro cammino con la subdola collaborazione nostra e di questi due mostri rimane strettamente intrecciato a se stesso. E il sentiero rimane sempre il medesimo. A meno che non venga il terremoto a sconvolgere qualcosa. Quante volte diciamo: "Non ho tempo per questo o per quello, sono così indaffarato . . . !".

Ho sempre pensato che l'essere umano tenda a calcolare i propri desideri e le proprie intenzioni con esagerazione. E col distendere la gamba delle volontà troppo lontano rispetto alle proprie possibilità, si corre il rischio di inciampare nell'esatto opposto e di rimanere tristemente fermi dove si sta. Talvolta per sempre. Aiuto che dramma! Sono dell'idea che a volte basterebbe diversificare qualche piccolo aspetto della vita all'apparenza insignificante, o interessarci a qualcosa a cui non ci siamo mai avvicinati per avere la possibilità di aprire una via del tutto nuova. Insomma, guardare anche alle piccole cose. Forse anche stupide, ma che ti lasciano un sorriso. E un sorriso cambia tutto.
Dovremmo anche avere il coraggio di abbandonare il vecchio e noto sentiero, senza paura, e addentrarci fra i rami e le foglie del bosco che ci affianca. E chissà cosa si trova? "There's no turning back on your life's journey. Just make new paths to follow instead" riporta la foto di questo primo post, che per i profani dell'inglese, all'incirca sta a significare: "Non c'è ritorno sul viaggio della tua vita. Solo crea nuovi percorsi da seguire."

Da qui nasce l'idea di scrivere una lista. Eeeh? Tutta 'sta manfrina tra meandri filosofici per concludere dicendo di avere scritto una stupida lista? Beh . . .  forse è un'idea un po' navigata, ormai, ma pur sempre un'idea piacevole. Un'intenzione che qualcosa può cambiare.
Oggi si parte per un viaggio che forse finirà, oppure no. Per un viaggio che porterà qualcosa di speciale, di simpatico, di meraviglioso . . .  (si spera nella migliore delle ipotesi!).
"Non c'è ritorno sul viaggio della tua vita". Troppe volte lo sguardo è rivolto al passato. Non si può farne a meno, dopotutto . . .  ma è giunto il momento di lanciare un'occhio al futuro, alla ricerca, sperando in qualcosa di migliore. Questo è, per iniziare, il sentiero più corretto.

  SI PARTE!